GLP,
STORIA E DEFINIZIONE
"La Buona
Pratica di Laboratorio (Good Laboratory Practices, G.L.P)
definisce i principi con cui le ricerche di laboratorio (studi)
sono programmate, condotte, controllate, registrate e riportate,
allo scopo di ottenere dati sperimentali di elevata qualità.
I principi di Buona Pratica di Laboratorio sono stati adottati
dall’OCSE
per promuovere la qualità e la validità dei
dati sperimentali utilizzati per determinare la sicurezza
di sostanze e prodotti chimici.
La B.P.L.
prevede l'ispezione e la verifica delle procedure organizzative
e delle condizioni alle quali sono programmate, svolte, registrate
e comunicate le ricerche di laboratorio, denominate studi
per le prove non cliniche effettuate ai fini previsti della
regolamentazione in materia. Sono volte a valutare gli
effetti sull'uomo, sugli animali e sull'ambiente di tutti
i prodotti chimici, tra cui i cosmetici, i prodotti chimici
per l'industria, i prodotti medicinali, i detergenti, gli
additivi alimentari ed i coadiuvanti tecnologici, gli additivi
per la mangimistica, gli antiparassitari, i solventi e gli
aromatizzanti usati nell'industria alimentare e i costituenti
chimici di materiali e di oggetti destinati a venire a contatto
con gli alimenti"…
>>Continua
sul sito web del Ministero della Salute>>
"La Buona Pratica di Laboratorio è un approccio
di tipo gestionale alla attività di laboratorio che
coinvolge i processi organizzativi e le condizioni con cui
gli studi di laboratorio sono programmati, condotti, controllati,
registrati e riportati.
I principi della B.P.L. sono stati sviluppati al fine di promuovere
la qualità e la validità dei dati sperimentali
prodotti e utilizzati per determinare la sicurezza per l’uomo
e l’ambiente di sostanze e prodotti chimici.
La buona pratica di laboratorio è stata introdotta
negli Stati Uniti dalla US Food and Drug Administration (FDA)
nel 1976, al fine di assicurare un adeguato controllo sulla
qualità degli studi non clinici di laboratorio comprovanti
la non pericolosità dei prodotti (farmaci, additivi
alimentari ecc.) sottoposti a regime autorizzativo.
La regolamentazione per la B.P.L. emanata dalla FDA è
stata utilizzata come base per lo sviluppo dei principi di
Buona Pratica di Laboratorio da parte dell’OCSE (B.P.L.
OCSE). La normativa in ambito comunitario e nazionale in materia
di Buona Pratica di Laboratorio fa riferimento alle norme
OCSE".
Il programma Ocse
"Le amministrazioni nazionali e l'industria aspirano
a garantire la qualità degli studi non clinici sulla
sicurezza di determinati prodotti in riferimento alla salute
umana e dell'ambiente, sui quali è basata la valutazione
del rischio.Di conseguenza gli Stati membri dell'OCSE hanno
definito una serie di criteri relativi all'esecuzione di tali
studi.
Per evitare differenze nei programmi di esecuzione degli studi,
che potrebbero ostacolare il commercio internazionale dei
prodotti chimici, gli Stati membri dell'OCSE hanno voluto
armonizzare i metodi utilizzati per la sperimentazione e la
buona pratica di laboratorio. Negli anni 1979 e 1980 un gruppo
internazionale di esperti costituito nell'ambito del Programma
speciale per il controllo dei prodotti chimici ha elaborato
i "Principi dell'OCSE relativi alla buona pratica di
laboratorio (BPL)", prendendo spunto da pratiche comuni
manageriali e scientifiche e dall'esperienza acquisita in
diversi settori nazionali ed internazionali. I principi di
BPL sono stati adottati dal Consiglio dell'OCSE nel 1981.
Obiettivo dei principi di buona pratica di laboratorio è
promuovere la generazione di dati qualitativamente ineccepibili.
La comparabilità del livello di qualità dei
dati ottenuti saggiando i prodotti chimici è fondamentale
per renderli reciprocamente accettabili nei vari paesi. Se
ogni singolo paese può fare affidamento sui dati delle
sperimentazioni effettuate in altri paesi, si possono evitare
duplicazioni, risparmiando così tempo e risorse. L'applicazione
dei principi di BPL deve contribuire ad evitare ostacoli agli
scambi e consentire inoltre di migliorare la tutela della
salute umana e dell'ambiente".
Fonte: sito
web del Ministero della Salute